Debora
e Silvia
Ciao Carla,
mi chiamo Debora, ho
25 anni, ed ho una bellissima sorellina Down di 35 anni
di nome Silvia. Ho letto la tua lettera riguardante tua
sorella Giulia e mi sono venuti i brividi perché
sembravano che fossero esattamente le mie parole, i miei
pensieri, i miei sentimenti??tutto coincide"! Vorrei
raccontarti un pochino la mia storia perché ho bisogno
di parlare con qualcuno che capisca veramente che cosa rappresenta
per me mia sorella????
Silvia è nata a Milano
nel 1967 e per i miei genitori è stato un colpo davvero
duro perché secondo i medici era una bambina perfettamente
sana mentre quando è nata si è scoperto che
era Down. I primi giorni la notizia non è stata accettata
molto bene ma non appena i miei genitori hanno portato a
casa la mia sorellina??? è stato subito amore. Silvia
è colpita al cervello al 100%, quindi è necessario
lavarla, vestirla, pettinarla come una bimba piccola. I
miei genitori l'hanno sempre seguita e non posso fare a
meno di essere fiera di loro perché le hanno sempre
donato tutto l'amore possibile; ogni giorno la portano a
camminare perché ha bisogno di fare tanto movimento
(tende ad ingrassare come tutti i down), la portano a ballare
ogni domenica insieme ai nostri parenti e amici dato che
le piace tanto la musica, la vestono come una bambolina
e la trattano come una principessa. Hanno però fatto
tanti sacrifici e hanno anche sofferto tanto a causa della
malvagità e dell'ignoranza delle persone ma hanno
trovato una forza interiore che li ha spinti ad andare avanti
e a vivere per lei.
Io sono nata nel 1977 dopo
ben 10 anni. Da piccolina mi vergognavo ad uscire con lei
perché le persone si giravano a guardarla e poi i
bambini mi prendevano in giro dicendo che avevo la sorella
handicappata. All'inizio quindi non è stato facile
ma poi i miei genitori hanno cercato di spiegarmi che Silvia
era diversa da me, che dovevo donarle tanto affetto e che
se prestavano più attenzione a lei non era perché
non mi volevano bene ma perché lei aveva più
bisogno di me. Piano pianino ho iniziato a capire e quindi
a proteggerla (la soddisfazione più grande è
stata quella di tirare un pugno sul naso ad una bambina
che l'aveva offesa o di girarmi per strada verso le persone
che la fissavano e dire: "c'è qualche problema?").
Da quel momento in poi mia sorella è diventata la
persona più importante della mia vita, è la
mia forza, e devo ringraziare solo lei se adesso mi dicono
tutti che sono così "bella dentro": mi
sono accorta di avere sviluppato una sensibilità
immensa e se sono così affettuosa con le persone
lo devo a lei perché i miei genitori mi hanno sempre
detto di abbracciarla, baciarla, donarle tanto affetto?ed
è diventato il mio modo di essere. Quindi hanno ragione
a scrivere che la nascita di un bambino down porta sui fratelli
più aspetti positivi che negativi e non solo non
distrugge una famiglia ma può rafforzarne i legami.
Ciò che mi dispiace tanto è di essere nata
troppo tempo dopo perché sono sicura che avrei potuto
aiutarla a crescere meglio, a stimolarla di più perché
mi ascolta, mi parla e cerca di fare quello che faccio io.
Non che i miei genitori non l'abbiano cresciuta bene ma
l'hanno coccolata troppo, l'hanno tenuta nella bambagia
ed è proprio vero che saprebbe fare tutto, ma non
gliel'hanno mai fatto fare.
Un argomento su cui sono
sempre in contrasto con i miei genitori è il mio
futuro e quello di mia sorella. Mi fanno arrabbiare perché
dicono che Silvia non dovrà assolutamente influenzare
la mia vita se per caso non ci saranno più, ma non
capiscono che non potrei mai vivere lontana da lei. Fa parte
di me, è la metà del mio cuore, resterà
sempre con me e non la lascerò mai a nessun altro.
E il mio ragazzo dovrà sapere che c'è anche
lei, accettarla e volerle bene perché altrimenti
perderà anche me (e su questo punto sono irremovibile)!
Non potrei mai vivere pensando di averla affidata a qualcun
altro, morirei dal dolore.
Sono convinta comunque che
solo chi vive con questi ragazzi può capire veramente
quanto sono importanti nella vita di ognuno, quanta gioia
e felicità portano e soprattutto quanto si è
fortunati ad averli vicini.
Adesso io e lei siamo inseparabili,
ci vogliamo un bene immenso e non la scambierei mai al mondo
con nessun altra sorella. Le dico sempre che è il
mio angioletto perché mi dona tanto amore e ti assicuro
che per me non c'è gioia più grande che essere
abbracciata dalla mia sorellina e sentirmi dire "ti
voglio tanto bene".
Un bacino
Debora & Silvia
15 gennaio 2003
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