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Perché
mi piace partecipare ai gruppi
Tre anni fa partecipai per
la prima volta alle riunioni dei gruppi di auto-aiuto, allora
mi ero gia prefigurato la possibilità che ci potessero
essere altre persone che avessero un familiare con la sindrome
di down, questo grazie a conoscenze indirette dei miei genitori.
Ma la semplice constatazione di un fatto non mi impedi di
provare una forte sorpresa (e in un certo senso non lo fa
nemmeno ora) che ebbi, fin dai primi incontri, nello scoprire
quante fossero le varie esperienze possibili in relazione
alla crescita del nostro familiare "speciale"
e la nostra (fratelli o sorelle) affianco a loro. Mai avrei
potuto immaginare di sentire tante storie e vissuti cosi
diversi da quelli che consideravo miei, non sapevo o non
avevo mai avuto la curiosità per capire che vari
sono i modi di avvicinarsi ai 1000 problemi (di qualunque
tipo) derivanti ogni giorno dall'avere in famiglia persone
con la SD. Con uno stato d'animo misto alla curiosità
e alla voglia di raccontare cosa porto dentro (esperienze
che fanno parte di me, belle o brutte che siano) partecipai
3 anni fa, per la prima volta, ad un'esperienza per me nuova
e difficilmente "esportabile" in altri ambiti
e quindi ancor più preziosa per la sua unicità.
Magari all'inizio ero come un estraneo in quell'ambiente,
vivevo una serie di rapporti personali (amici e ragazze)
all'interno dei quali la figura di mio fratello non era
mai stata vista in relazione a me, ne' mi era mai stato
chiesto in che modo Giovanni potesse influenzare la mia
crescita (o io la sua). Durante l'adolescenza con le persone
a me piu vicine non avevo mai sentito un particolare bisogno
di aprirmi e voler raccontare perchè pensassi che
certe cose per me e mio fratello siano giuste o meno, o
raccontare determinati episodi significativi per me o per
tutta la famiglia. Ritengo che se la possibilità
di entrare in contatto con questa nuova realtà si
fosse presentata qualche anno prima (e fu solo per caso
che lessi nel foglio-notizie qualcosa riguardo al gruppo
dei fratelli e delle sorelle) non so con certezza come mi
sarei comportato. Appena venni a sapere che alcuni ragazzi
poco piu grandi di me avevano deciso di vedersi per creare
uno spazio in cui aprirsi e raccontare un vissuto che in
un altro ambito o con altre persone forse non sarebbero
riusciti a dirsi con altrettanta naturalezza capii che avrei
dovuto cogliere quell'occasione. Una delle caratteristiche
fondamentali dei gruppi è la totale spontaneità
che permette a chiunque di intervenire solo nelle discussioni
verso le quali è interessato o quando pensa che sia
giusto mettere a parte gli altri delle proprie esperienze.
Tutt'ora mantengo, ogni volta che stiamo per cominciare
una riunione, la curiosità di sapere come in tante
altre famiglie una determinata situazione possa essere affrontata,
ho notato spesso che il tipo di educazione ricevuta, la
mentalità che mi ha accompagnato durante la crescita
e quindi le esperienze fatte con mio fratello tendono a
essere diverse rispetto a quelle della gente che ascolto,
magari e anche per questo che rimango sempre convinto di
aver fatto bene ad unirmi al vostro gruppo.Probabilmente
da quando ho cominciato gli incontri ho sviluppato la necessità
di sentire cosa succede nelle altre famiglie, come si comportano
gli altri fratelli ecc. Personalmente, cosi come ho avuto
occasione di dire durante i gruppi, non ho mai vissuto in
modo troppo problematico la presenza di Giovanni nella mia
famiglia ma ho sempre pensato (magari mi sbaglio, chi non
la pensa come me fa bene a dirmelo) che non sarebbe stato
onesto da parte mia pretendere dai miei amici o dalle ragazze
la stessa voglia di ascolto/confronto che ho piacevolmente
trovato all'interno del gruppo di auto-aiuto. In realta
vedendomi con voi ho portato al di fuori tante cose che
non credevo avrei mai raccontato, non tanto per un mio pudore
ma piuttosto perchè credo che essere ascoltato da
voi non è la stessa cosa che essere ascoltati da
chi sa solo in modo indiretto (magari mediato da cinema
e tv) di cosa sto parlando. Non rinnegherei di certo la
mia scelta di partecipare ai gruppi di auto-aiuto dato che
ritengo che l'incontro (e a volte scontro) di esperienze
sia una componenente molto utile che ci arricchisce e prepara
a situazioni alle quali (parlo personalmente) forse non
siamo sempre del tutto preparati.
Luigi
1 marzo 2003
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