Camilla e Alessandra

Mia sorella Alessandra ha tre anni meno di me. Non è down, ma ha una rara malattia genetica molto poco studiata. Credo si tratti di un braccio di un gene più corto, ma se non ne sanno molto i medici, figuriamoci io. È molto sveglia ed è una gran rompiscatole. È aggressiva con alcune persone e super affettuosa con altre. Ti fa perdere ogni briciolo di pazienza che ti è rimasta alla fine della giornata. Non è facile starle accanto perché fa il possibile per attirare su di sé l’attenzione nella maniera più negativa possibile. Mia mamma riesce a mala pena a stare al telefono: Ale non le dà tregua. Ne fa le spese anche mio fratello Stefano che è un pezzo di pane e viene preso a parolacce e trattato a pesci in faccia ogni volta che si vedono. Pur di evitarlo Alessandra non si siede a tavola con noi a pranzo e a cena. Elena, invece, la più piccola, con la strafottenza dei suoi 18 anni, si preoccupa di non farsi calpestare. Poi, ogni tanto, ci ripensa e cerca persino di essere affettuosa a suo modo. Il bilancio? Difficile farlo. Puntualmente mi arrabbio molto e perdo la pazienza, poi ci ripenso e mi sento in colpa. Vorrei essere più sensibile con lei, con gli altri due, con i miei genitori. Chissà perché trovo così faticoso dare affetto in famiglia quando io stessa ne sento la mancanza. Non posso fidarmi di Ale come di me stessa, non è paciosa e tranquilla e cerca sempre di prenderti in giro. Però è allo stesso tempo una delle persone più simpatiche e creative che io abbia mai conosciuto. È anche sensibile, ma solo quando le pare. È molto egoista, ma riesce ad esprimersi benissimo con una dolcezza che supera la norma.
Che devo dire? A casa mia si parla solo con le note sopra il rigo, ma alla fine mi sono accorta di essere una persona molto più tollerante (per usare un termine orrendo, ma non me ne veniva uno migliore) e disponibile di quel che credevo. Quindi credo che Ale mi abbia reso migliore in un certo senso. Ma devo il mio miglioramento anche al fatto di essere nata e cresciuta in una famiglia numerosa. Ho un forte istinto di protezione che forse mi viene dal fatto di essere la maggiore. Non mi sento matura: credo in fondo di essere molto egoista anche io e che la colpa della mancanza di rapporto con i miei fratelli dipenda molto dalla mancanza di buoni esempi.

Camilla