15 Gen Debora e Silvia
Ciao Carla,
mi chiamo Debora, ho 25 anni, ed ho una bellissima sorellina Down di 35 anni di nome Silvia. Ho letto la tua lettera riguardante tua sorella Giulia e mi sono venuti i brividi perché sembravano che fossero esattamente le mie parole, i miei pensieri, i miei sentimenti??tutto coincide”! Vorrei raccontarti un pochino la mia storia perché ho bisogno di parlare con qualcuno che capisca veramente che cosa rappresenta per me mia sorella????
Silvia è nata a Milano nel 1967 e per i miei genitori è stato un colpo davvero duro perché secondo i medici era una bambina perfettamente sana mentre quando è nata si è scoperto che era Down. I primi giorni la notizia non è stata accettata molto bene ma non appena i miei genitori hanno portato a casa la mia sorellina??? è stato subito amore. Silvia è colpita al cervello al 100%, quindi è necessario lavarla, vestirla, pettinarla come una bimba piccola. I miei genitori l’hanno sempre seguita e non posso fare a meno di essere fiera di loro perché le hanno sempre donato tutto l’amore possibile; ogni giorno la portano a camminare perché ha bisogno di fare tanto movimento (tende ad ingrassare come tutti i down), la portano a ballare ogni domenica insieme ai nostri parenti e amici dato che le piace tanto la musica, la vestono come una bambolina e la trattano come una principessa. Hanno però fatto tanti sacrifici e hanno anche sofferto tanto a causa della malvagità e dell’ignoranza delle persone ma hanno trovato una forza interiore che li ha spinti ad andare avanti e a vivere per lei.
Io sono nata nel 1977 dopo ben 10 anni. Da piccolina mi vergognavo ad uscire con lei perché le persone si giravano a guardarla e poi i bambini mi prendevano in giro dicendo che avevo la sorella handicappata. All’inizio quindi non è stato facile ma poi i miei genitori hanno cercato di spiegarmi che Silvia era diversa da me, che dovevo donarle tanto affetto e che se prestavano più attenzione a lei non era perché non mi volevano bene ma perché lei aveva più bisogno di me. Piano pianino ho iniziato a capire e quindi a proteggerla (la soddisfazione più grande è stata quella di tirare un pugno sul naso ad una bambina che l’aveva offesa o di girarmi per strada verso le persone che la fissavano e dire: “c’è qualche problema?”). Da quel momento in poi mia sorella è diventata la persona più importante della mia vita, è la mia forza, e devo ringraziare solo lei se adesso mi dicono tutti che sono così “bella dentro”: mi sono accorta di avere sviluppato una sensibilità immensa e se sono così affettuosa con le persone lo devo a lei perché i miei genitori mi hanno sempre detto di abbracciarla, baciarla, donarle tanto affetto?ed è diventato il mio modo di essere. Quindi hanno ragione a scrivere che la nascita di un bambino down porta sui fratelli più aspetti positivi che negativi e non solo non distrugge una famiglia ma può rafforzarne i legami. Ciò che mi dispiace tanto è di essere nata troppo tempo dopo perché sono sicura che avrei potuto aiutarla a crescere meglio, a stimolarla di più perché mi ascolta, mi parla e cerca di fare quello che faccio io. Non che i miei genitori non l’abbiano cresciuta bene ma l’hanno coccolata troppo, l’hanno tenuta nella bambagia ed è proprio vero che saprebbe fare tutto, ma non gliel’hanno mai fatto fare.
Un argomento su cui sono sempre in contrasto con i miei genitori è il mio futuro e quello di mia sorella. Mi fanno arrabbiare perché dicono che Silvia non dovrà assolutamente influenzare la mia vita se per caso non ci saranno più, ma non capiscono che non potrei mai vivere lontana da lei. Fa parte di me, è la metà del mio cuore, resterà sempre con me e non la lascerò mai a nessun altro. E il mio ragazzo dovrà sapere che c’è anche lei, accettarla e volerle bene perché altrimenti perderà anche me (e su questo punto sono irremovibile)! Non potrei mai vivere pensando di averla affidata a qualcun altro, morirei dal dolore.
Sono convinta comunque che solo chi vive con questi ragazzi può capire veramente quanto sono importanti nella vita di ognuno, quanta gioia e felicità portano e soprattutto quanto si è fortunati ad averli vicini.
Adesso io e lei siamo inseparabili, ci vogliamo un bene immenso e non la scambierei mai al mondo con nessun altra sorella. Le dico sempre che è il mio angioletto perché mi dona tanto amore e ti assicuro che per me non c’è gioia più grande che essere abbracciata dalla mia sorellina e sentirmi dire “ti voglio tanto bene”.
Un bacino
Debora & Silvia