22 Gen Disabilità, una delega necessaria. Girelli spiega perché
È stata approvata la legge n. 227 del 2021, “Delega al Governo in materia di disabilità”, che fra gli altri provvedimenti indica la necessità di “semplificare il linguaggio normativo”. Semplificazione di cui si avverte il bisogno, poiché le famiglie quotidianamente si trovano a confrontarsi con una serie di norme difficili da interpretare. L’intervento di Federico Girelli, professore di Diritto costituzionale, delegato del Rettore per le Disabilità e i Dsa Università Niccolò Cusano, Roma
In forza di questa legge il governo è delegato ad adottare “uno o più decreti legislativi per la revisione e il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità”, in conformità ai principi costituzionali, al diritto internazionale e a quello euro-unitario.
Apprezzabile è l’indicazione metodologica che fa da “premessa” ed al contempo è corpo dei principi e criteri direttivi cui il governo dovrà attenersi nel dare seguito alla delega: al primo comma dell’art. 2 è stabilito che nell’opera di riordino e coordinamento della normativa vigente il governo dovrà “semplificare il linguaggio normativo”.
Di una semplificazione francamente si avvertiva veramente il bisogno, poiché le famiglie delle persone con disabilità quotidianamente si trovano a confrontarsi con una congerie normativa ove l’interprete più esperto incontra serie difficoltà a districarsi, con conseguente ed evidente sofferenza sul piano della concreta fruizione di servizi o del godimento di diritti pur formalmente riconosciuti alle persone con disabilità e a chi vive loro accanto.
Come in quest’ambito capita spesso, la nota forse dolente è data dalle prudenti “Disposizioni finanziarie” recate dall’art. 3, ove, tra l’altro, si indicano “le risorse disponibili nel Pnrr”.
Un passo in avanti, in ogni modo, è obiettivamente stato fatto: confidiamo che il nuovo Presidente della Repubblica vigili sull’opera di attuazione della delega che ora il governo è chiamato a realizzare.
Peraltro, il 28 febbraio 2019 il Consiglio dei ministri aveva approvato il disegno di legge recante “Delega al Governo di semplificazione e codificazione in materia di disabilità”, un progetto forse ancora più ambizioso di regolamentazione complessiva dei diversi ambiti di vita delle persone con disabilità rispetto a quello che ora si è prescelto di portare avanti. Su quel primo disegno di legge la dottrina già ha offerto il proprio contributo di riflessione critica nello studio curato da Elena Vivaldi e Andrea Blasini intitolato “Verso il Codice per la persona con disabilità”. Chissà se le considerazioni svolte dagli studiosi che hanno partecipato a questo lavoro possono tornare utili ad orientare adesso il legislatore delegato.
Quel che è certo è che quando si interviene anche normativamente su quanto interessa le persone con disabilità, bisogna sempre tener a mente che di persone ci si sta occupando, molto diverse fra di loro, che in quanto esseri umani hanno diritto ad aspirare anche alla propria autorealizzazione, perseguibile naturalmente tramite le dovute misure di sostegno, che, per quanto possibile, si conformino al paradigma dell’autonomia “protetta”, come messo in luce di recente in un bel libro di Giuditta Matucci.
Insomma, impariamo presto a vivere bene tutti insieme su questo nostro piccolo terzo pianeta.
Da Formiche.net