20 Giu La morte di nostro padre
“Chi è Dio?” mi ha chiesto Giulia un paio di anni fa. Non sapevo che rispondere e quindi ho detto una delle più grandi idiozie che si possono dire al riguardo: “è un signore con la barba”. Giulia è stata soddisfatta e il discorso è finito là.
Voi potrete immaginare come io sia rimasta a quella domanda, perchè Giulia, pur essendo molto sveglia, non è così presente come quei ragazzi down che fanno gli attori, ecc. O almeno così credevo.
E’ difficile da spiegare senza sembrare che io la svaluti, in realtà quello che voglio dire è che quella volta mi ha veramente stupita per la puntualità della sua domanda.
C’è stata però un’altra occasione in cui Giulia mi ha veramente stupita ed è stata appunto la malattia di mio padre e poi la sua morte.
Lei è stata fantastica: efficiente, presente, simpatica. Aveva perfettamente capito che le cose non andavano tanto bene e a modo suo partecipava alla concitazione collettiva trasmettendoci quel preziosissimo tocco di calma.
Non le abbiamo risparmiato niente di quel periodo, non so perchè, ma decidemmo che lei doveve esserci come c’eravamo noi.
Una volta mi rivoltai contro un medico che non voleva farla entrare nella sala di rianimazione perchè temeva che non avrebbe sopportato la vista della tragedia individuale che si stava consumando lì dentro. Quella volta lei col suo camice verde e la mascherina diceva: “coraggio papà, ce la farai”, giuro diceva proprio così.
Non so dove e quando lei avesse imparato quelle parole, ma quella volta le disse leggera e precisa.
Gli ultimi giorni che papà era in vita lei torno’ a Roma, perche’ noi eravamo a Napoli in quei tempi, e quindi lei non lo ha visto appena morto e non ha visto la chiusura della bara.
Ma al funerale c’era e ha pianto, dio quanto ha pianto, e la gente si stupiva che lei piangesse. Questa è una delle cose che ricordero’ tutta la vita perchè non mi riuscivo a spiegare come si potesse dubitare che una persona down potesse anche piangere.
Qualche tempo dopo (poco) le ho chiesto dove fosse andato papà e lei mi ha risposto “in cielo”, evidentemente aveva parlato con le mie zie che nella permanenza a Roma avevano cominciato a spiegarle qualcosa, ma la cosa che mi ha stupito è stato che per farmi capire che sapeva bene di cosa stava parlando ha cominciato a farmi l’elenco di tutte le persone, gli animali e le cose che erano morte e che adesso facevano compagnia a papà: in pratica papà se la spassava con dic (il nostro cane morto anni prima) e quei parenti già morti da tempo, zie, zii, nonni e nonne, probabilmente c’era anche quella vecchia lavatrice esplosa…
Ogni morto degli anni successivi veniva e viene ancora aggiunto alla lista, ultimo il padre del nostro lattaio.
Ogni tanto Giulia prende i vecchi filmini e se li guarda e poi mi dice: “Lo riconosci mio padre?” ed io le dico di si, lo riconosco e lei mi risponde “me ne compro un altro, ma più giovane”.
Tutte queste sciocchezze disordinate e senza senso solo per dire che sicuramente anche Romina ha capito che il suo papà non c’è più, sicuramente ne coglie le conseguenze e la mancanza.
Con questo non voglio dire che necessariamente doveva partecipare pienamente e assistere alla fine, perchè non c’è niente di bello o di educativo nella morte di un uomo, con tutta la sofferenza che comporta. Si arriva ad un certo punto in cui si vede solo ciò che la vista può perdonare.
Penso che se avete deciso di comportarvi così lo avete fatto solo perchè in quel momento era la cosa meno dolorosa e faticosa per tutta la famiglia, ci sono anche ragioni di energie che talvolta ci fanno agire in un modo piuttosto che in un altro: non sempre si ha la forza di fare tutto, cioè di assistere un padre che muore e una sorella down che soffre.
Ora però che tutto è passato e che non può più cambiare , se ne hai voglia chiedi a Romina cosa pensa di tutto quello che è accaduto. Non sarà facile perchè penso che poche volte ci capiti di parlare seriamente con i nostri fratelli, io non lo faccio mai, parlo sempre di idiozie con Giulia, del quotidiano: il pianoforte , la scuola, i punti della santal per avere la maglietta dei dinosauri…
Se proverai ad entrare nel suo mondo misterioso, ti accorgerai che lei sa perfettamente ciò che è successo anche se pure lei sarà confusa e addolorata.
Penso che tu e lei di fronte alla morte di tuo padre siate perfettamente uguali, lei non parla con te e tu non lo fai con lei perchè il dolore ti accartoccia come una lattina e tutte le parole sono sempre sbagliate.
Mi dispiace che tu stia passando questo periodaccio, perchè è veramente molto dura.
Ai tempi mi ripetevo: “c’è di peggio”, penso che te lo ripeta anche tu. Penso che sia vero.
tanti baci Anto…
Carla Fermariello