Mio figlio e mio fratello

Siccome non ho sonno, stasera vi racconto la storia del mio bambino di due anni e di mio fratello che ne ha ventuno.
Da quando ha l’età per tenere la testa dritta e gli occhi aperti mio figlio ha una predilezione assoluta per mio fratello: gli va continuamente vicino, lo abbraccia e lo bacia, e adesso che ha cominciato a parlare chiede spessissimo di lui; qualche volta gli rompe le scatole, si sa che i bimbi piccoli sono un po’ vivaci, ma mio fratello esibisce un’invidiabile pazienza e quando stanno insieme è molto felice pure lui.
Come accade spesso nella vita la gente (ovvero le persone che passano per casa dei miei, che sembra un porto di mare) non rinuncia a esprimere pareri sulla vicenda, pareri che mi diverto a raccogliere e su cui qualche volta rifletto.
Qualcuno dice: “Che intelligente, così piccolo sembra che già capisca la condizione dello zio e gli vuole più bene che agli altri”. Ma la compassione, per fortuna, è una faccenda che si impara un po’ più tardi nella vita, e in certi casi sarebbe meglio non averla imparata affatto. Acqua.
Qualcun altro propone: “E’ come se fossero due bambini piccoli ed è per questo che vanno d’accordo”. Però mio figlio con gli altri bambini spesso si azzuffa, e a dirla tutta mio fratello non dà per niente l’impressione di essere così piccino. Naaaaa.
Io invece credo che mio figlio e mio fratello, chissà come, abbiano pescato dal cilindro qualche chiave di lettura delle cose che agli altri sfugge, e che per il momento conoscono solo loro due: insomma, si capiscono alla grande e comunicano meglio degli altri, i bambini piccoli siamo tutti noi che spesso non ci riusciamo, altro che loro due.
Così, quando se ne stanno insieme e se la ridono, se ho dieci minuti di tempo mi siedo da qualche parte, accendo una sigaretta e me li guardo con attenzione.
Nella vita non si finisce mai di imparare.

Un saluto a tutti.

Alessandro