08 Nov Pensieri pesaresi
di Federico Girelli; pubblicato in Sindrome Down Notizie, 2011, n. 2, p. 39
Quest’estate, come di solito, sono andato al mare a Pesaro assieme alla mia famiglia.
Qui, in genere, leggo la cronaca locale che quest’anno in particolare mi ha suscitato qualche riflessione.
Ho letto una lettera inviata al giornale, in cui l’autore racconta di aver incontrato sulla pista ciclabile un ragazzo con la Sindrome di Down insieme al padre.
Desidero intanto ringraziare questo lettore perché con il suo intervento ha richiamato l’attenzione su questioni di fronte alle quali le famiglie ove vive una persona con disabilità troppo spesso sono lasciate sole. Vorrei poi far notare che il ragazzo con la Sindrome di Down «era sorridente», ancorché suo padre sembrasse «portare anche nel volto i segni del dolore per il figlio».
Mia sorella Maria Claudia ha la Sindrome di Down, è una donna di 33 anni: la preoccupazione per la sorte dei nostri congiunti disabili (che traspare nel volto di quel padre) accomuna genitori e fratelli. Il sorriso di quel ragazzo deve però spingerci, pur tra le mille difficoltà che quotidianamente si affrontano, a continuare a credere che anche la vita adulta dei nostri fratelli disabili possa essere davvero «libera e dignitosa» come afferma l’art. 36 della Costituzione.
Quel che serve, a me pare, è spirito di concretezza, scevro da inutili semplificazioni o buonismi, ed anche la consapevolezza che, se la nascita di una persona disabile in alcuni casi ha acuito problemi già presenti in famiglia, in tanti altri ha costituito un elemento di forte coesione ed unità.
Ho letto anche (con rammarico) del triste episodio che ha visto protagonisti, loro malgrado, un bambino con disabilità e la sua famiglia in vacanza a Pesaro, così come ho letto la (ben poco convincente) replica sull’accaduto.
Per l’inclusione delle persone con disabilità, va detto, anche per rispetto nei confronti di chi da tempo e con fatica è impegnato su questo fronte, molto è stato fatto, ma vicende come queste ci ricordano che ancora c’è molto da fare e che le migliori energie in questa direzione debbono essere orientate.
Sono certo, in ogni modo, che coloro che hanno dato una così rozza accoglienza a questi turisti non siano per nulla rappresentativi della gran parte dei pesaresi.
Al bimbo con disabilità e alla sua famiglia va dunque tutta la solidarietà del Gruppo Siblings con la speranza che, nonostante tutto, abbiano potuto proseguire serenamente le vacanze.
Ho letto, infine, (davvero con piacere questa volta) dell’impegno a Fossombrone (un piccolo centro della Provincia di Pesaro e Urbino) della signora Tiziana Alesi per l’assistenza educativa agli studenti con disabilità. Il compito non è certo semplice anche perché, come precisato dalla Corte costituzionale proprio a proposito del diritto fondamentale all’istruzione, «i disabili non costituiscono un gruppo omogeneo» ed «è necessario, pertanto, individuare meccanismi di rimozione degli ostacoli che tengano conto della tipologia di handicap da cui risulti essere affetta in concreto una persona» (sent. 80/2010).
Per dare il giusto supporto alle famiglie in cui vivono persone con disabilità, ripeto, non serve buonismo, ma spirito di concretezza, come quello che, ad esempio, anima ormai da diversi anni l’azione di sostegno reciproco fra sorelle e fratelli di persone con disabilità promossa dal Gruppo Siblings (www.siblings.it): siamo proprio noi fratelli, d’altra parte, ad accompagnare, almeno il più delle volte, la fase adulta della vita dei nostri fratelli e sorelle disabili.
Ora sono a Roma con Benedetta (mia moglie) e Leonardo (mio figlio, con il mal d’orecchie); Maria Claudia è ancora a Pesaro con i nostri genitori.
Tornano ad accavallarsi tanti pensieri……….
Ma “Pensieri romani” lo scriverò un’altra volta.