Piccoli grandi fratelli

di Luca Barone pubblicato in Handicap&Scuola, Anno XX – n° 119 (gennaio-febbraio 2005), pp. 18-19

Luca ha tredici anni, due anni e mezzo più di Andrea e si considera il più grande amico di suo fratello (posso aggiungere senza ombra di dubbio che è pienamente ricambiato!). Recentemente, dietro mia sollecitazione, Luca ha scritto questo messaggio di posta elettronica a Giampaolo, il babbo di Federico, che mi aveva inviato una sorta d’appello. Nel suo messaggio Giampaolo scriveva così: “…Di questi tempi, però, ci stiamo inquietando di più con Fede perché è diventato un po’ troppo dispettoso. E’ difficile non giustificare le reazioni dei fratelli. Anzi la gemella sta tirando fuori, già da tempo, la sua inquietudine rispetto alle caratteristiche di Fede. Prima dell’estate, a questo proposito, ho chiesto ad Anna (un’amica psicologa, ndr) di chiacchierare su questo aspetto, se è possibile pensare di prevedere degli incontri tra fratelli di bimbi con sindrome di Down anche quando sono piccoli.

La mamma di Luca e Andrea

Ecco la risposta di Luca

Caro Giampaolo,
ti scrivo per dirti che non è vero che tutti i Siblings sono grandi e che hanno acquistato la consapevolezza della situazione solo da adulti. Infatti io mi chiamo Luca e sono il fratello di Andrea, e sono un Sibling “piccolo”, nel senso che ho solo tredici anni, anche se certamente sono già più grande di Federico e di Silvia. Scrivo soprattutto per darti dei consigli, avendo già passato la situazione che stanno probabilmente provando Giuseppe e Silvia. Il rapporto fra me e Andrea (che ha due anni e mezzo meno di me) è buono, forse anche meglio che fra fratelli e sorelle “normali”, alcuni dei quali passano le giornate a darsi noia. Questa cosa del rapporto infatti è molto soggettiva, varia da una persona all’altra. Andrea per esempio è molto tenero ed affettuoso, vuole sempre essere coccolato, abbracciato, ti chiede sempre se gli vuoi bene, e io sono molto simile a lui. Certo però possono anche capitare situazioni in cui io abbia voglia di stare da solo, di giocare da solo e lui vuole invece stare con me e giocare. Oppure può capitare che io abbia fatto una cosa a cui tengo e lui, anche se magari per sbaglio, me la rovina e io me la prendo. Magari invece io gli chiedo se mi presta una cosa e lui non me la da. Allora in questi casi mi innervosisco un po’ e lo tratto male. Ma le cose non sono sempre state così facili. Quando io avevo più o meno otto anni e Andrea cinque accadde un episodio che mi ricordo ancora bene. Infatti Andrea stava leggendo con mia madre un libro con evidenti difficoltà. Sulla copertina c’era scritto che era un libro adatto ai bambini di tre anni. Allora io mi misi a canzonarlo: “Andrea non sa nemmeno leggere i libri per i bambini di tre anni!!”. Mi vergogno ancora di quello che ho fatto quella volta, ma naturalmente ero ancora piccolo e incosciente. Allora mia madre prese una rivista e mi fece leggere un articolo che aveva scritto una bambina che aveva un fratello con la sindrome di down dove diceva che suo fratello aveva tanti problemi di apprendimento e mentali, ma che questo non importava perché qualsiasi problema fosse era sempre lui, una persona come tutte le altre. E questo mi colpì profondamente (infatti me la ricordo ancora ora) e segnò un grosso cambiamento nel rapporto fra me e Andrea. Da quel momento l’ho trattato diversamente, con apprensione e si è istaurato un bellissimo rapporto fra noi (ti consiglio di leggere la mia testimonianza “Caro diario” sul sito dei Siblings). Più difficile invece è stato il rapporto fra Andrea e i suoi coetanei, soprattutto con i bambini che abitano vicino a noi. Infatti con i compagni di scuola il rapporto è stato abbastanza facile. Certamente con alcuni andava d’accordo e con altri meno. Ad esempio due o tre sono diventati i suoi migliori amici, mentre qualcun’altro gli faceva i difetti approfittando del fatto che lui non reagiva. Ma il rapporto è sempre stato abbastanza buono, anche con la bambina che sta sotto a noi. Con la sua famiglia siamo molto legati e di conseguenza il rapporto fra Claudia (la nostra vicina) e Andrea è quasi come quello fra lui e me, vedendoci così spesso. E così anche lei gli vuole bene e lo tratta nel modo giusto. Più difficile invece è stato il rapporto fra Andrea e i nostri altri vicini. Ad esempio con uno, che però è abbastanza piccolo, sono successi diversi episodi per niente belli. Ad esempio una volta guardando dalla finestra vidi questo bambino chiudere il cancello del suo giardino in faccia ad Andrea perché lui non potesse entrare, mentre tutti gli altri bambini stavano dentro a giocare. E lui che stava fuori, molto triste a guardarli, senza che nessuno badasse minimamente a lui, nemmeno Claudia. Un altro episodio quasi analogo è avvenuto in occasione del compleanno di un altro bambino, quando tutti i bambini erano stati invitati eccetto Andrea. E lui è stato tutto il pomeriggio, durante il compleanno a guardare gli altri giocare, mentre lui stava tutto il tempo fuori dal cancello. Per non parlare di tutti i dispetti che gli facevano, come mettergli l’erba nelle scarpe. Tutto questo per dirti che è difficile ottenere un buon rapporto con molte persone, che sono spesso tarate, ma, come mi hanno anche insegnato i miei genitori, bisogna sempre avere voglia e determinazione, perché, come si dice, la speranza è sempre l’ultima a morire.

Ciao, Luca